Ricerche sulla Chiesa sarda: il IV volume
CAGLIARI, 13 luglio 2017 - E' stato pubblicato nella collana "Studi e Ricerche di Cultura Religiosa" della PFTS University Press l'ultimo studio - il quarto di una serie dedicata alla storia della Chiesa sarda - del professor Tonino Cabizzosu, docente di Storia della Chiesa alla Facoltà Teologica della Sardegna. Il volume ha per titolo: Ricerche socio-religiose sulla Chiesa sarda tra '800 e '900. “Le coordinate della presente pubblicazione – scrive l’autore nella premessa – sono due:una di natura contenutistica, l’altra cronologica”.
Il quarto volume delle Ricerche socio-religiose sulla Chiesa sarda del professor Tonino Cabizzosu, volendo stare all’aspetto puramente temporale/cronologico, tratta un arco di tempo che va dai primi decenni dell’Ottocento ai giorni nostri, con tutto ciò che questi due secoli hanno avuto in dote (essenzialmente il tentativo della Sardegna, scrive Tonino Cabizzosu, “di scrollarsi di dosso il sistema feudale e il regime della cristianità, affacciandosi verso la modernità”; un processo, quest’ultimo, “lento e travagliato, carico di difficoltà…”). Ma, se si fa riferimento alla prima coordinata indicata dall’autore, qui abbiamo a che fare non solo con la “cronologia”, ma piuttosto con il metodo, con la sensibilità e il significato stesso di un “atto”, quello del fare ricerca storica, che è più della ricerca stessa presa come evento in sé. Questa prima coordinata allora parla di “una sensibilità socio-religiosa mutuata dalle lezioni storiografiche degli Annales (con studiosi francesi del calibro di Lucien Febvre, Marc Bloch, Ferdinal Braudel, Gabriel La Bras) e dalle intuizioni metodologiche legate ai capiscuola italiani: Massimo Petrocchi, Giuseppe De Luca, Giacomo Martina, Gabriele De Rosa, Pietro Borzomati, Cataldo Naro” (p. 35). È a partire dall’amore dell’autore per questa sensibilità storiografica che vanno letti i numerosi quanto variegati saggi presenti in questa raccolta. Saggi molto diversi tra loro: a volte ricchissimi di dati e tabelle, in altri casi frutto di una relazione presentata a un convegno o una rielaborazione di un intervento pubblico; e sempre corredati di riferimenti bibliografici notevoli. Testi che trattano di argomenti tanto differenti tra loro quanto lo è lo spettro del contesto socio-ecclesiale sardo di questi due secoli ricchissimi di eventi significativi per la Chiesa e di manifestazioni della fede, soprattutto – come l’autore sottolinea – “nella sua realtà di base non di vertice, di popolo non di gerarchia” (ibid.). Impossibile anche solo tentare un riassunto esaustivo delle tante trame della storia sarda osservate e analizzate da Tonino Cabizzosu in questa sua indagine: si incontrerebbero esperienze straordinarie e decisive per il contesto isolano, come le missioni popolari della Casa della Missione di Cagliari, nei primi decenni del Novecento, o l’attività svolta dalla conferenza vincenziana maschile “San Giuseppe Benedetto Cottolengo” di Quartu Sant’Elena. E ancora, una serie di figure molto note, qui ben inquadrate nel contesto dell’epoca: fra Ignazio da Laconi e il suo rapporto con la città di Cagliari; Felice Prinetti e la comunità di Genoni; padre Manzella; Giommaria Farina; Giuseppe Lepori; e infine figure maggiormente “di vertice” ma certo non meno presenti dal punto di vista pastorale (si pensi agli arcivescovi di Cagliari Francesco Rossi ed Ernesto Maria Piovella). Ma nel volume in questione c’è molto di più: vi è anche una visione della storia sarda a partire dai beni culturali e dai fondi archivistici; i santuari e le confraternite; i temi della legalità e della solidarietà nei due concili regionali sardi; fino a un intervento straordinario di Pio XI per la chiesa sarda, ovvero la costruzione delle case canoniche (1924-1938). Ed è proprio in un articolo di questo genere che si scorge quello che Gianfranco Murtas, in una prefazione dedicata proprio all’autore di questo volume, definisce come il “sostantivo-chiave della dottrina cristiana […] mai spiegato o argomentato quanto necessiterebbe nella pedagogia corrente del clero”, ossia l’“amore”, non concepito come “generica benevolenza” o sentimentalismo, ma come “forza teologica […] che coinvolge tutto l’essere che se ne fa attore” (p. 10). Murtas attribuisce al lavoro di Tonino Cabizzosu questa forza e questa passione. La storia stessa, intesa come studio serio, documentato e appassionato, può avere questa “forza teologica”. E non vi è da meravigliarsi che la si ritrovi quasi più pura nell’amore per il piccolo dato, per la ricerca apparentemente meno “eclatante”, piuttosto che in un’analisi appariscente perché magari coinvolge personalità o fatti noti a tutti. È solo così che anche una semplice, umile, raccolta di dati, se si passa il termine, può “trasfigurare se stessa”, e diventare – come ha osservato bene Giovanni De Luna – da “storia positivistica” (figlia dell’800, ossia di un’idea che “i fatti parlino da soli” e di una concezione statica e passiva della fonti) a storia come “conoscenza degli uomini”, ovvero un’indagine che, dice ancora De Luna, oltre che “dato” e “fonte” è anche “sforzo intellettuale, esclusivamente personale dello storico”. L’amore, “forza teologica”, è anche questo, e si trova anche nel lavoro del ricercatore che lo sa incarnare e interpretare: significa dare voce ed esistenza a ciò che, sì, un tempo l’ha avuta, ma che rischia di essere dimenticato e perciò di non averla più. Anche un “freddo” numero può avere quella forza, se gliela si sa infondere. Il lettore appassionato di questi temi troverà in questo volume tutto ciò di cui ha bisogno per far sì che ciò che è stato non si dimentichi.
T. Cabizzosu, Ricerche socio-religiose sulla Chiesa sarda tra ‘800 e ‘900, vol. IV, PFTS University Press, Cagliari 2017