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Inaugurazione, la prolusione del preside

CAGLIARI, 4 ottobre 2019 - Martedì 1° ottobre 2019, a Cagliari, c’è stata l'inaugurazione del nuovo Anno Accademico 2019/2020 della Pontificia Facoltà Teologica della Sardegna. Dopo la Concelebrazione eucaristica nella chiesa "Cristo Re", presieduta dall'Arcivescovo di Cagliari e Gran Cancelliere della Facoltà Teologica, monsignor Arrigo Miglio, si è tenuta la cerimonia inaugurale, con i saluti e la prolusione del preside, padre Francesco Maceri S.I., la consegna dei diplomi accademici e infine la proclamazione ufficiale

dell'apertura dell'Anno Accademico.

Nella sua prolusione padre Maceri ha ripreso il discorso di papa Francesco della scorsa estate a Napoli (21 giugno 2019) in cui il Santo Padre ha sottolineato l’importanza del dialogo tra la teologia e le istituzioni sociali e civili “per la costruzione nella pace di una società inclusiva e fraterna e anche per la custodia del creato”. Una teologia, dunque, attenta e partecipe dei problemi del mondo attuale: “Si pensi – ha detto padre Maceri – alle intricate questioni legate alle migrazioni, ai rifugiati, alla giustizia ambientale ed economica”. In tutto ciò, ha proseguito, “la Chiesa non può accontentarsi di ribadire principi etici e razionali universali”, ma deve “parlare di Cristo, presentarlo, farlo conoscere” affinché il mondo sia costruito con il Vangelo anziché unicamente con la propria ragione. Dunque, la Chiesa e con essa la teologia, non come “agenzia morale e filantropica” ma come “messaggera e testimone di uno sguardo dall’alto”, dove – citando ancora papa Francesco nello stesso discorso di Napoli – per “alto” si intende “quello di Gesù innalzato sulla croce, che permette nello stesso tempo di discernere i segni del Regno di Dio nella storia e di comprendere in maniera profetica i segni dell’anti-Regno che sfigurano l’anima e la storia umana”.

La Facoltà Teologica – ha detto padre Maceri – non è solo “espletamento degli insegnamenti curricolari” ma può e deve essere “uno spazio di conoscenza approfondita e di comunicazione con il mondo reale, ormai scristianizzato. In questo senso dunque si può intendere la “teologia dell’accoglienza e del dialogo” evocata da papa Francesco: “formare discepoli-missionari per un mondo che non è più cristiano, forse neppure quando, a motivo di certe manifestazioni pubbliche, crediamo di avere le prove che lo sia”. Tutto ciò è possibile, ha concluso il preside della Facoltà, solo se la teologia di dispone all’“ascolto”: un ascolto che sull’esempio di Simone Weil – autrice citata esplicitamente da padre Maceri – sia “un distacco da sé, una dimenticanza di sé e l’amore che apprezza un oggetto nella sua particolarità”.

La cerimonia si è conclusa con la consegna dei diplomi e l’ufficializzazione dell’apertura del nuovo Anno Accademico 2019-2020, che conta un’ottantina di iscritti totali, in corso, sul quinquennio, di cui 15-20 al primo anno. La distribuzione generale è sempre di un 50% tra seminaristi e laici. Quest’anno ci sono circa dieci iscritti al biennio di specializzazione.

 

- Leggi il testo della prolusione del preside della Facoltà Teologica della Sardegna