Gli altari barocchi in Sardegna, presentazione volume
CAGLIARI, 7 marzo 2022 – E’ stato presentato in Aula Magna, venerdì 4 marzo 2022, il volume di Alessandra Pasolini e Marisa Porcu Gaias dal titolo: “Altari barocchi. L’intaglio ligneo in Sardegna dal Tardo Rinascimento al Barocco” (Perugia: Morlacchi, 2019). Il testo, frutto di un’intensa collaborazione tra le due autrici, affronta un ambito poco indagato nella produzione artistica sarda: quello degli arredi lignei tardo rinascimentali e barocchi, che sono ancora ornamento di molte chiese.
“E’ un’opera molto importante – ha detto padre Francesco Maceri nel suo saluto iniziale – ed è uno degli scopi di questa Facoltà quello di valorizzare ciò che mantiene vivo l'antico e ricco patrimonio di civiltà ispirato dalla fede". "Queste opere", ha aggiunto, "viste nel loro contesto, ci parlano di una fede che promuoveva la collaborazione tra maestranze diverse e sapeva mettere in comunicazione il sacro e il profano, il divino e l'umano”. Mons. Giuseppe Baturi, arcivescovo di Cagliari, in un breve saluto, ha a sua volta commentato: “La cultura si fa rileggendo ciò che il popolo ha ispirato: questa è l’esperienza più alta, ed è esperienza di Dio”. Nel suo intervento di presentazione del volume, la professoressa Nicoletta Bazzano, dell’Università di Cagliari, ha sottolineato come il testo in questione “presenti dei suppellettili comuni: bellezze sotto gli occhi di tutti e proprio per questo, spesso, bellezze non colte, ma che grazie a questo libro è possibile osservare in un modo speciale”. “In più”, ha aggiunto, “questi manufatti coinvolgono una vasta serie di artigiani che rappresentano la storia del lavoro di queste comunità”. In lungo excursus visivo, che ha dato modo di vedere alcune delle 500 tavole del libro, la dottoressa Lucia Siddi, storica dell’arte, ha spiegato come tali manufatti “fossero considerati come opere di puro artigianato” e come “questo lavoro di Alessandra Pasolini e Marisa Porcu Gaias sia fondamentale perché, finalmente, riporta in un unico volume il patrimonio dell’intera Sardegna che veniva spesso diviso per aree geografiche”. “Chissà quante persone”, si è chiesta, “hanno visto queste opere nelle chiese ma poi non si sono davvero soffermate?”. Il professor Fabio Trudu, docente ordinario di Liturgia alla Facoltà Teologica della Sardegna ha fatto una breve analisi di queste opere nel contesto liturgico di quell’epoca post-tridentina, soffermandosi su tre elementi: il pulpito, l’altare e il tabernacolo. “E’ un’opera imponente”, ha detto, “nella quale vengono analizzati ben 150 comuni sardi, su un totale di 377, e mostra come la nostra isola sia stata vivace nel contesto del Mediterraneo di quei secoli”.
Il volume, come detto, prende in esame in maniera ampia e dettagliata gli arredi religiosi lignei della Sardegna. Si tratta di manufatti soprastanti gli altari, spesso di notevoli dimensioni, realizzati da maestranze diverse: falegnami, intagliatori, doratori, scultori e pittori. Questi retabli o altari lignei, in larga parte dorati, riflettono gli stili ornamentali illustrati nei manuali di architettura rinascimentali, perdurati anche durante tutto il Seicento. Se si considera proprio il XVII secolo, come le autrici rilevano, il numero dei retabli presenti nelle chiese della Sardegna era cospicuo, tanto che l’altare maggiore di ogni chiesa parrocchiale normalmente ne aveva uno, dedicato alla Vergine o al santo titolare. L’arte dell’intaglio ligneo, tuttavia, non riguardava soltanto gli altari ma la maggioranza degli arredi liturgici come i tabernacoli, i pulpiti e le cantorie, le edicole dei fonti battesimali, i cori lignei, i mobili della sacrestia e i confessionali. Il volume fornisce, pertanto, una visione complessiva della produzione di questo peculiare tipo di artigianato artistico tra Seicento e Settecento, basandosi sulle testimonianze materiali sopravvissute nelle chiese sarde e tramite il supporto degli atti documentali. Il testo, fruibile anche dai non specialisti, è arricchito da un ampio apparato fotografico e documentario che testimonia il grande patrimonio di statuaria lignea presente in Sardegna, sia di produzione locale sia di importazione, prevalentemente campana.
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